Lineadiretta ha incontrato Gianna Martinengo, imprenditrice, presidente di DKTS, fondatrice di Women&Technologies- Associazione Donne e Tecnologie, a un giorno dall’evento aperto al pubblico “Il Tram dell’innovazione” organizzato in collaborazione con ATM, che si terrà domani e domenica 18 marzo.

In che modo la digitalizzazione può favorire l’empowerment femminile?

Troppo spesso si pensa che la donna sia spaesata di fronte a una tecnologia considerata complessa e distante. Questo è un luogo comune, non ha nessun fondamento. La realtà è ben diversa: le donne non solo sono digitali e usano la tecnologia, ma la creano, la inventano, la plasmano secondo le loro esigenze. In tantissimi casi non sono solo semplici utenti, ma produttrici per il mondo dell’IT: penso a contenuti, infrastrutture, servizi. Ci sono, sono presenti e lavorano bene. Come Associazione notiamo che là dove ci sono interdisciplinarietà, collaborazione, condivisione, un approccio allargato e trasversale delle competenze, si generano anche nuove opportunità di lavoro. Questo vale sia per le donne sia per gli uomini, a un patto: che le persone siano sempre inserite nel processo di produzione della tecnologia e non restino alla finestra a guardare.

Come vede ATM dal punto di vista dell’innovazione tecnologica?

È sufficiente osservare le persone in luoghi quali la Stazione Centrale o piazza Cadorna. Milioni di cittadini ogni giorno arrivano da ogni parte d’Italia, acquistano il biglietto ATM con lo smartphone, passano rapidamente i tornelli, siedono sui mezzi, navigano se lo desiderano anche in metropolitana; controllano quanto tempo manca all’arrivo del loro convoglio. Sono sicuri, protetti, viaggiano veloci, senza lo stress dell’auto. Questo piccolo mondo che ogni mattina si rigenera è una “commodity”, ossia un servizio che deve assolutamente esistere e funzionare: le persone si aspettano di essere “condotte” al posto di studio o lavoro… e ATM silenziosamente svolge questo delicato compito. Senza innovazione tecnologica le persone rallenterebbero i percorsi, l’intera città resterebbe “ingommata” e Milano perderebbe il suo primato di efficienza agli occhi del mondo. ATM non può non essere innovativa, glielo chiedono i suoi utenti.

Parlare dell’essere cittadine e cittadini digitali a Milano. Perché proprio su un tram?

Il tram è un mezzo evocativo perché “attraversa”, letteralmente, tutte le reti (persone, società, aziende, enti) della città. Resiste, combattivo, ai nuovi veicoli, spavaldo fa concorrenza alle innovative mobilità. È, insomma, il simbolo delle nostre radici. Quando ho pensato al Tram del Digitale, idea subito sostenuta dalle associate di Women&Tech e da ATM, ho immaginato che proprio questo mezzo “antico” potesse diventare il luogo della massima modernità, lo spazio nel raccontare gli scenari futuri e futuribili: non è una contrapposizione, è l’esatta fotografia di una metropoli che spinge sulla crescita, che coinvolge i cittadini (seduti sul tram ad ascoltare), che vuole condividere la conoscenza e in questo modo lasciare spunti di accrescimento culturale. Con questi presupposti, salire sul Tram dell’Innovazione sarà davvero un’esperienza unica.

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