Prima di cercare di identificare le caratteristiche – positive o meno – delle donne nel mondo di oggi, è necessario fare qualche premessa sul mondo di oggi, in relazione a come è sempre stato.

Se esiste una differenza – nel mondo occidentale – fra la società di oggi e quella delle nostre mamme o nonne, questa non è solo il cambiamento, ma la velocità del cambiamento, l’accelerazione del cambiamento. Dal mondo del lavoro, a quello della cultura, della politica, della salute, della finanza, dell’economia… tutto cambia da un anno all’altro, da un mese all’altro.

Le nuove situazioni sono spesso imprevedibili, come quando si gioca a scacchi: si vince o si perde cercando di immaginare le mosse e le contromosse dell’altro; ma queste sono essenzialmente imprevedibili, noi non riusciamo a entrare nella mente pensante del nostro partner tanto da prevedere come si comporterà.

Il gioco degli scacchi, tuttavia, rappresenta un sistema di cui si conoscono esattamente le regole, lo “stato” mossa per mossa, ciò che è possibile che avvenga e ciò che non può avvenire: si tratta di un sistema “chiuso”, con un numero finito di possibilità ad ogni passo; l’imprevedibilità è data soltanto dal comportamento del nostro partner.

Nel caso del mondo reale, invece, il gioco è molto più complesso, perché ogni elemento che influisce sul nostro contesto di vita e di lavoro è – in generale – autonomo e dunque imprevedibile. Il mondo reale è un sistema “aperto”. Un esempio evidente di sistema essenzialmente aperto è il sistema meteorologico: miliardi di miliardi di piccole cause provocano effetti in parte prevedibili, in parte imprevedibili come i cicloni o le pandemie  

Le donne, storicamente, sono state abituate a funzionare in modo adattivo, in situazioni non sempre prevedibili, per difendere la casa, la famiglia, la prole, la sopravvivenza. Questa capacità di “adattarsi” alle situazioni impreviste e imprevedibili, gestendo le situazioni sia “just in time” che “just in case”, con lungimiranza e intelligenza, è forse proprio connaturata alla loro natura. Ogni donna che possiede queste attitudini, singolarmente, dovrebbe riuscire a valorizzarle anche in gruppo.

Stiamo infatti parlando di quei soggetti che non rivendicano la leadership, il comando, la primogenitura come premessa per il loro coinvolgimento: sanno funzionare collettivamente – e fare gruppo – meglio di altri. Basterebbe dar loro la possibilità di farlo.