Il quotidiano La Stampa, in un articolo del 7 aprile, racconta il progetto Banda Larga che da qui al 2020 dovrà coprire il il 100% del territorio a 30 mega bps. L’iniziativa è lodevole, attesa e necessaria. Due appunti, a corredo: solo la banda larga può garantire un accesso democratico – ossia da parte di tutti – alle informazioni, ai dati, alle relazioni digitali, e contribuire in questo modo a migliorare e far crescere la Società della Conoscenza. Un secondo appunto: da una parte l’Italia inizia ad andare ai 300 all’ora (volendo usare una metafora automobilistica) con servizi digitali all’avanguardia, dall’altra si dimentica di parti di territorio – poco appealing per il business – nelle quali non solo la banda larga non arriverà mai, ma anche il segnale del telefono cellulare fatica a farsi strada. Riuscirà la tecnologia a essere inclusiva e non “esclusiva” (nel senso: per pochi ed extralusso)?

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